Una camminata intorno al Centro
Dalla antica Porta Bruciata (broseta) alla via del Prato, riusciamo a immaginare come era un tempo Bergamo e come la città si sia stratificata. Fulcro di intense attività artigianali e commerciali, luogo dagli echi garibaldini, borgo da proteggere, il centro è riuscito a cristallizzare il suo passato nel nome di piazze e vicoli.
EDIZIONE
2023/24
DIAMO NOME AI LUOGHI
Architetti/e FUORI dalle classi
ARCHITETTI/E
Armida Forlani, Valeria Maffioletti, Roberto Locatelli
QUARTIERE/PAESE
Centro - Borgo San Leonardo
AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
Comune di Bergamo
SCUOLA
Opera Sant’Alessandro
Scuola Santa Bartolomea Capitanio
CLASSI
n. 2 Classi V
n. 47 bambini/e
INSEGNANTI
Deborah Fornoni e Claudia Pini
TEMI E PAROLE CHIAVE
Luoghi
Nomi e cognomi
Targhe
Lingua
dialetto
mestieri
storia
strade
muri
memoria
OBIETTIVI
I nomi dei luoghi in cui viviamo non sono quasi mai casuali, ma nascondono spesso significati precisi intimamente legati alla storia, alla geografia, alla società che ha vissuto, attraversato, lavorato in quei luoghi. È con questo assunto che comincia l’incontro con le classi. Nella preparazione agli incontri tra le mille idee avevamo un solo un grande timore, quello di trovarci di fronte bambini e bambine che non fossero originari del quartiere e che dunque non abitassero la zona e così avessero difficoltà nell’orientarsi e leggere lo spazio. Ovviamente abbiamo sottovalutato la capacità di osservazione anche laddove davvero molti e molte vengono da altri quartieri o anche da paesi limitrofi alla città.
L’obiettivo: l’osservazione dello spazio, leggere i nomi delle vie, delle piazze, delle targhe sui muri, il nome degli edifici pubblici e di servizio, sino a abbassare lo sguardo ai piedi e cercare anche le pietre d’inciampo sul percorso segnato sulla mappa. Leggere una mappa, che non sia il navigatore della macchina, identificare i punti cardinali e la scala del disegno. Per queste operazioni sono state indispensabili le due maestre.
FASI
Primo incontro
Ci presentiamo rapidamente con i nostri nomi e cognomi e, con il supporto della mappa che abbiamo preparato, mostriamo ai bambini e alle bambine il logo dell’Ordine degli Architetti e del progetto “A scuola di cittadinanza – Architetti/e nelle classi” e li aiutiamo a comprendere come si legge una mappa grazie alla rosa dei venti ed alla scala. Spieghiamo alla classe che i numeri lungo il percorso evidenziato corrispondono a dei punti d’interesse significativi per la nostra città e che potranno utilizzare il loro taccuino per segnare i nomi delle vie e dei vicoli, per indicare a cosa corrispondono i numeri indicati sulla mappa, per disegnare o anche solo segnare riflessioni e suggestioni lasciate dai luoghi attraversati lungo il percorso.
Dividiamo la classe in piccoli gruppi composti da 4/5 bimbi ciascuno, ogni gruppo con la sua mappa: taccuini alla mano si parte!
E’ subito chiaro a bambini e bambine che il punto 1 è la loro scuola, la Scuola Santa Bartolomea Capitanio: con il nostro aiuto imboccano la giusta direzione e attraverso via Duca degli Abruzzi ci dirigiamo verso il punto 2, i resti delle Muraine di via Lapacano, dove invitiamo bambini e bambine ad osservare non solo le mura ma anche ad immaginare il corso d’acqua che scorreva una volta lungo tutta la via Lapacano e che ci aiuta ad interpretare questo strano nome dalla incomprensibile odonomastica forse legata proprio all’acqua che “lapa i ca’”.
Percorriamo l’intera via Lapacano e sbuchiamo in via Broseta dove il punto 3 ci ricorda che una volta lì si trovava la Porta ovest di ingresso alla città, distrutta nel Medioevo da un incendio terribile e per questo ricordata come la Porta Bruciata alla quale via Broseta deve il suo nome.
Il nostro percorso prosegue in via Palma il Vecchio e svolta subito in via Giacomo Manzù: da un lato il Triangolo dall’altro la Roggia Serio, il punto 4, il canale d’acqua artificiale lungo il quale si svilupparono dal Medioevo la maggior parte delle attività artigianali della città bassa. Bambini e bambine sono affascinati dall’acqua e dalle chiuse ancora visibili lungo la Roggia.
Attraverso Vicolo San Rocco ritorniamo su via Broseta e da lì ci muoviamo verso il punto 5, Piazza Pontida, la vecchia Piazza della Legna che deve questo nome alle attività mercantili di vendita della legna che vi si svolgevano. Imbocchiamo via XX Settembre (ex via del Prato) e dopo pochi passi ci imbattiamo nel punto 6 della mappa, Vicolo delle Macellerie, la vecchia Strada degli Asini, dove venivano appunto legati gli asini e i cavalli degli avventori della vicina osteria (attuale edificio Benetton): una targa in latino ricorda i lavori di ampliamento e riqualificazione del vicolo avvenuti nel 1775.Percorriamo via XX Settembre fino al punto 7: i due obelischi ci aiutano a capire perché via XX Settembre si chiamava via del Prato. Qui finiva infatti il Borgo di San Leonardo e si apriva il vasto “prato” di Sant’Alessandro dove si svolgeva la Fiera. Invitiamo bambini e bambine a cercare la targa che ci lascia memoria di questo luogo e la trovano proprio su uno degli obelischi.
Il percorso si snoda poi attraverso via Francesco Crispi, la Rotonda dei Mille e via Francesco Cucchi, a ricordare le vicende storiche legate al Risorgimento ed alla campagna dei Mille: siamo al punto 8 del percorso. Invitiamo bambini e bambine ad abbassare lo sguardo alla ricerca di un segno piccolo per la sua dimensione ma grande per il suo valore. Incuriositi dalla ricerca, all’altezza di via Francesco Cucchi n. 3 ecco che trovano la pietra d’inciampo, il punto 9 del nostro percorso, dedicata a Roberto Bruni, deportato in Germania a Dachau nel 1944 e lì morto nel 1945.
Lasciamo via Cucchi e ci ritroviamo improvvisamente in un tessuto urbano completamente diverso: i palazzi e i moderni condomini lasciano spazio ad alte mura antiche che nascondono e proteggono il Monastero di San Benedetto dove vivono le suore che hanno fatto voto di clausura: passando da via San Benedetto ci inoltriamo in Vicolo delle Torri, il punto 10 del percorso, dove il nome stesso del vicolo e le grandi pietre visibili ai piedi del muro e del passaggio a volta ricordano proprio la presenza di torri. Quasi nessuno dei bambini aveva percorso prima questo angolo della nostra città, così lontano dai rumori, così diverso da quanto percorso prima. Attraversato il Vicolo delle Torri risbuchiamo nell’ultimo tratto di via San Benedetto per poi ritrovarci su via Sant’Alessandro, patrono della nostra città, soldato martirizzato a Bergamo il 26 agosto 303 per aver rifiutato la persecuzione dei cristiani. E all’ingresso della Sede dell’Opera di Sant’Alessandro ci soffermiamo sull’immagine del santo che poggia i propri piedi su dei massi nell’intento di oltrepassare un fiume, quello è l’Adda e lui sta così entrando nel territorio bergamasco.
Scendiamo lungo via Sant’Alessandro per reimmetterci nei rumori del traffico cittadino e ci ritroviamo su via Garibaldi, il punto 11 della nostra mappa, l’ultimo tratto del nostro percorso che con il ritorno alla Scuola Santa Bartolomea Capitanio chiude l’anello iniziato al punto 1.
Ci ha accompagnato nel nostro “viaggio” una mascotte d’eccezione, una freccia di cartone con maniglia che bambini e bambine si contendevano per indicare cartelli, insegne, targhe, simboli … e che li ha aiutati a tenere sempre alti l’entusiasmo e l’attenzione!
Riaccompagniamo bambini e bambine nella loro classe, raccogliamo le loro prime impressioni sull’attività svolta e li invitiamo a rivedere e riordinare gli appunti presi sul taccuino in vista del prossimo incontro, aiutandosi in questa rielaborazione con la mappa di cui ognuno di loro ha copia.
Secondo incontro
Ci incontriamo la settimana dopo, e questa è l’occasione per le classi unite di riflettere e fare sintesi di tutte le cose viste e fatte durante la passeggiata, nel percorso e lunghezza uguale per entrambe le classi. I taccuini servono ora per rileggere gli appunti e scriverne di nuovi.
Insieme capiamo che tutti i nomi individuati sui cartelli, sui muri, quelli delle statue non appartengono ad una stessa categoria, perciò con l’uso della lavagna e dei gessetti si fanno dei macro gruppi per catalogare l’elenco della toponomastica, verranno anche perfezionati durante l’incontro. E così si definiscono il titolo dei gruppi da riempire, sono i nomi di “personaggi storici”, “geografia, luoghi”, “eventi”, “santi e sante”, “lavori” e di “concetto”. A uno a uno si ripercorrono tutti i nomi trovati e poi trascritti nel taccuino e si cerca di inserirli nella colonna che sembra la più corretta possibile.
Emergono subito delle riflessioni che non hanno bisogno di essere spronate.
Il quartiere di espansione dopo l’Unità d’Italia ha le vie intitolate a molti personaggi legati alla figura di Giuseppe Garibaldi (che ancora non hanno studiato), ma la scritta “garibaldino” o “dei mille” aiuta l’identificazione; non mancano i nomi di santi e quelli di luoghi geografici più locali che non di geografia italiana propriamente come studiata in classe. Si riesce poi anche a definire il termine di concetto, per definire appunto l’essenza degli oggetti, delle forme. Facile inserirvi l’edificio “il triangolo” sebbene sfugga loro la forma in pianta ricordano vividamente che tutte le sue facciate sono colorate con disegni di piccoli triangoli. Così che anche questa colonna si riempie di alcuni nomi che li riportano a riflettere anche su tematiche affrontate nel loro percorso didattico. Una su tutte il significato della pietra d’inciampo e all’azione eroica delle persone giuste fra i giusti in un momento ti assenza di umanità.
Non ultima la riflessione esortata da un gruppo di bambine che di tutti i nomi trovati hanno capito che mancano proprio quelli femminili, o meglio in tutto il giro ci sono solo quelli Lucia e Bartolomea Capitanio, entrambe sante. È l’occasione di ritornare sulla nostra professione che vede in prima fila sia maschi che femmine, dunque sia architetti che architette e così per tutte le professioni e ne nasce così un bel fiume di declinazioni, che potrebbero nel prossimo futuro non mancare anche sulle strade della città.
Ci salutiamo lasciando loro un breve video che raccoglie le fotografie scattate durante la passeggiata esplorativa.
Non è un addio ma un arrivederci ad un mesetto dopo (18 marzo) per controllare con tutte e tutti il testo del loro Ordine del Giorno, che le ed i rappresentanti delle classi porteranno all’incontro dell’11 aprile con le assessore e gli assessori del comune di Bergamo nel consiglio conclusivo del progetto “A scuola di cittadinanza”.